L’anno scorso ad agosto ho visitato l’Ovniporto di Arès in Francia. Si tratta di una zona vista mare o sarebbe più corretto definirla vista Oceano, dedicata dal 1976 all’atterraggio di dischi volanti.
Questa storia inizia con la consegna di una petizione di origine popolare al Municipio (Maire) di Arès. Il documento iniziava e gli anni 70 erano una garanzia, con l’osservazione che l’idea di visitatori extraterrestri sul nostro Pianeta era oramai plausibile. L’oggetto principale era la richiesta allo scopo di ottenere il permesso per la costruzione, sul territorio comunale di una piattaforma di atterraggio per Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI).
Un modo per promuovere l’accoglienza di visitatori alieni nel paese di Arès conosciuto per la sua ospitalità. Sarebbe stato il primo paese francese, a possedere una struttura per facilitare questi viaggiatori. La richiesta iniziale era di uno spazio delimitato in prossimità della torre, luogo successivamente scelto per la costruzione. In aggiunta un palo con la manica a vento, un pannello con le indicazioni sul luogo e il paese e non poteva mancare la bandiera nazionale.
Comprendeva l’aggiunta per il futuro di strumenti scientifici come un un Radar.
Formulata in modo serio, richiedeva un’integrazione del regolamento comunale per il funzionamento dell’Ovniporto.
Condizioni di favore riguardo le tasse per l’utilizzo della zona d’atterraggio.
Libertà di circolazione per gli extraterrestri sul territorio comunale e la loro partecipazione ai tornei di Pétanque e altri giochi popolari.
La popolazione dovrà essere informata con istruzioni da seguire in caso d’atterraggio di UFO.
Il personale incaricato del funzionamento della struttura offrirà un servizio di volontariato.
Si dovrà costituire una commissione formata da persone di diverse competenze per studiare le conseguenze di un eventuale intenso traffico di UFO nella zona, ed evitare collisioni con altri velivoli o alterare la qualità della vita che deve rimanere eccezionale nella nostra città.
Il 21 luglio 1976 la Maire di Arès accoglie positivamente la richiesta e il 15 agosto dello stesso anno viene inaugurato il primo Ovniporto di Francia. Una cerimonia tanto solenne quanto rigorosa sotto ogni punto di vista, un festa per tutta la popolazione con la presenza di un Comandante dell’Aeronautica, la bandiera e l’Inno Nazionale francese.
L’Ovniporto è attualmente presente e contribuisce a creare del turismo nella zona, anche se per il momento si tratta solo di turismo terrestre. Si calcola che ogni anno circa 2000 appassionati, come è capitato a me, vengano ad Arès per questo motivo.
Recuperata l’informazione in modo casuale, avevo fatto una ricerca per vedere in anteprima cosa avrei trovato sul posto. La sera prima non ho resistito e a tarda notte ho fatto un giro veloce in zona.
Arrivato sull’Esplanade Georges Dartiguelongue vedo i contorni della riproduzione di un “disco volante”, con tanto di cupolino al centro, che non corrisponde alla forma ovoidale vista sul web.
É ora di dormire dopo la lunga giornata passata sulle Dune del Pilat, terminata con un bellissimo tramonto sull’Oceano.
Il giorno dopo ritorno sul posto e la riproduzione del “disco volante” è proprio diversa. Non riesco a capire perché lo hanno sostituito, quello di prima era così bello!
Trovo anche la stele commemorativa posata durante un anniversario di questa iniziativa.
Faccio un’ottima colazione seduto sulla panchina accanto all’OVNI, mezza baguette con la marmellata e un buon caffè e latte. Prima di proseguire il mio viaggio non posso non scambiare quattro parole con i responsabili dell’Ufficio Turistico sempre molto disponibili.
Esco da Arès e grazie al navigatore sbaglio una rotonda. Al posto di andare dritto giro a sinistra e dopo una cinquantina di metri, oltre il reticolato di un’azienda vedo una forma conosciuta. Si tratta del precedente “OVNI di Arès” visto in tante foto sul web.
Mi fermo ai lato della strada e scatto alcune foto. Attraverso la strada e lo osservo bene. Adesso posso capire perché è stato sostituito. È marcio in diversi punti. Alcuni decenni all’aperto e vicino all’Oceano lo hanno praticamente distrutto.
Riprendo il furgone e faccio il giro dell’isolato per cercare l’ingresso dell’azienda. Chiedo se posso fare alcune foto e la direzione acconsente. Ecco il mitico oggetto finalmente davanti a me.
Lo avevano costruito con un’abbondante ricchezza di particolari per farlo sembrare più alieno possibile. Secondo me ci sono riusciti. Il risultato è apprezzabile.
Viste le condizioni attuali una sostituzione era inevitabile. C’è una scaletta, presente anche nel nuovo modello e il fondo è talmente conciato male, che temo si possa sfondare sotto il mio peso.
Comunque il modello mi piace e soddisfatto proseguo il mio viaggio